Sotto quelle luci
Pagine 352
con 24 fotografie di Vito Liverani
e cinque tavole originali di Jacopo Ghislanzoni
Veloce Club Milano, 2017
A modo suo questo libro è molti libri, scrisse Julio Cortázar di Rayuela.
A modo suo, lo è anche questo libro.
È un reportage narrativo che vuole rispondere a una precisa domanda: cosa prova un campione in attesa della rivincita, nell’incertezza della data e dell’avversario, nella durezza dell’allenamento? Il protagonista è un pugile all’apice della carriera, Simone Maludrottu, colto nella sua quotidianità che pagina dopo pagina diventa tranche de vie.
È una collezione di interviste, un dialogo intorno alla boxe con i più importanti nomi del pugilato italiano. Duilio Loi, Nino Benvenuti, Carmelo Bossi, Sandro Mazzinghi, Bruno Arcari, Lorenzo Zanon, Luigi Minchillo, Valerio Nati, Sumbu Kalambay, Loris Stecca, Massimiliano Durán, Simona Galassi: a tu per tu con i grandi campioni per capire che cosa fa di un pugile, un pugile.
È l’incontro con un grande vecchio della boxe, Vito Liverani, fotoreporter di razza che ha immortalato le stelle di questo sport nei giorni esaltanti della vittoria e in quelli, amari, della sconfitta.
Ma oltre il racconto corale, nell’avvicendarsi delle voci il libro si rivela un’indagine: un incessante close-up sugli uomini e le donne che chiamiamo pugili e che trovano il coraggio di danzare sotto le luci di un ring illuminato a giorno, pronti a giocarsi tutto, fiduciosi che sarà la notte in grado di cambiare il destino.
- parte prima
- Che cosa fa di un pugile, un pugile?
- 19 La scherma - Duilio Loi
- 26 L'occhio - Nino Benvenuti
- 34 La misura - Carmelo Bossi
- 37 L'impeto - Sandro Mazzinghi
- 51 La tenacia - Bruno Arcari
- 59 L'intelligenza - Lorenzo Zanon
- 66 La grinta - Luigi Minchillo
- 79 La sicurezza - Valerio Nati
- 89 La felicità - Sumbu Kalambay
- 95 La rabbia - Loris Stecca
- 112 L'astuzia - Massimiliano Durán
- 127 L'eleganza - Simona Galassi
- 135 I fatti
- parte seconda
- Tutti dicono Boom Boom
- 153 Simone Maludrottu. Una tranche de vie.
- parte terza
- A bordo ring
- 287 Vito Liverani. Occhio testimone.
- 317 Storia di un'amicizia.
«Gli chiesero: Cos’è la boxe per te?
Li spiazzò, al solito: Solo un lavoro. L’erba cresce, gli uccelli volano, le onde spazzano la sabbia. Io metto ko la gente.
Recitava, Muhammad Ali. La boxe ha a che fare con la vita come poche altre cose al mondo. Paura, ambizione, brutalità, bellezza, miseria, soldi, ferocia: c’è tutto, in lei.
È un rito di affrontamento collettivo, dove il pubblico è parte della scena, attore lui stesso. È una rappresentazione, ma priva di finzione. Un’arte, e però la nobiltà che le riconoscono non risiede nella lealtà dei pugili ma nella precisione dei pugni, nella loro capacità di essere devastanti.
Piena di contraddizioni come tutte le cose affascinanti, avvince proprio per la sua capacità di sorprendere. I guanti che fasciano le mani non servono per preservare il volto dell’avversario dai colpi, ma le nocche di chi picchia per consentirgli di farlo più a lungo.
La boxe è uno sport in cui ci si nutre di sofferenza, sosteneva Rocky Mattioli. Per questo non tira più, perché è così dura. È andata fuori moda, come i night club, i cappelli borsalino e la nebbia.
Forse non è mai stata così bella».
«In questo libro si parla di boxe. E chi lo ha scritto la conosce. Bene».
Paolo Bocchi
«Questa danza corale sotto le luci del ring è davvero coinvolgente».
Luca Bergamin