Satisfiction

Satisfiction, 5 giugno 2017

IL RE DELLA FESTA

di Domenico Paris

Evaristo Gallego è uno dei migliori pugili che il nostro Paese ha espresso negli ultimi trent’anni. Ma a farne il protagonista di questo ponderoso ed emozionante romanzo, non è (o perlomeno non è soltanto) l’abilità tra le dodici corde: la sua vita, infatti, sembra una corsa talmente spericolata sulle montagne russe da mozzare il fiato.
Figlio della Milano più difficile e “meno da bere” che si possa immaginare, fin da bambino è stato costretto a camminare sui carboni ardenti del pericolo e la tragedia è stata sua compagna di non-giochi quando ancora, come si suol dire, portava i pantaloni corti. Un padre improvvisamente uscito di senno che a suon di botte e bicchieri di vino ha tramortito il nucleo familiare; una sorella, amatissima, tossicodipendente e malata di HIV morta in giovane età; una precarietà assoluta che lo ha fiondato in strada a calci e schiaffoni. E, naturalmente, una rovinosa caduta negli abissi più sordidi del vizio a coronare (di spine) il tutto.
Poi, quasi come una concessione messianica e sul limite cronologico massimo, l’incontro con i guantoni e la palestra. All’inizio, solo un modo per tenersi lontano dai guai e perdere un po’ di peso. Poi, un’ancora di salvezza alla quale aggrapparsi, nonostante una sequela interminabile di lavori durissimi e precari con i quali fare i conti. Quindi, una possibilità, di tirarsi concretamente fuori dall’inferno di un quotidiano senza prospettive con una carriera dilettantistica piena di allori e tanta disciplina. Ma, si sa, certi destini sono d.o.g.: difficoltà d’origine garantita. E così Gallego, arrivato ai vertici continentali e mondiali a torso nudo seppur in un’età ben lontana dall’essere verde, fa fatica a coronare, economicamente e sportivamente, il sudore e le botte date e prese in tanti anni. In Inghilterra, dopo aver illuso il suo allenatore e qualche incredulo appassionato, andando vicinissimo ad un’incredibile affermazione su uno dei più blasonati boxeur del pianeta, si ritrova con un pugno di mosche in mano e un futuro agonistico incerto. A complicare le cose, ci si mette anche la rottura del matrimonio con sua moglie Nadia e la conseguente lontananza forzata dall’amatissima figlioletta Alice. Eppure, non tutto è perduto: la grande prova fornita in terra d’Albione, grazie ad una serie -per una volta!- di fortunate circostanze, lo porta ad essere nominato co-sfidante per il titolo mondiale dei pesi massimi leggeri. Il problema, a questo punto, è una complicata storia d’amore con una donna bellissima ma molto spigolosa, che gli impedisce di avere la tranquillità necessaria durante la fase di preparazione e lo spinge costantemente sull’orlo di un precipizio emotivo.
La narrazione di Luca Delli Carri, che per scrivere questo libro ha passato oltre due anni insieme a una nutrita colonia di pugilatori italiani, comincia da questo irripetibile momento da dentro o fuori. Ce la farà Gallego a coronare il sogno di una vita e a trovare un punto di equilibrio con la sua anima ammaccata dai troppi clinch con la vita?
Ne “Il re della festa” (Neri Pozza, pp 720, € 19,50), lo scrittore meneghino attraverso la vicenda del suo eroe racconta con grande intensità e profonda aderenza al vero la travagliata esistenza del suo concittadino Giacobbe Fragomeni, ex campione dei cruiserweight per la WBC ed ex campione d’Europa tra i dilettanti, ancora oggi, alla bella età di quasi 48 anni, in attività. In un fluire inarrestabile della pagina, entriamo prima in punta di piedi e poi da veri e propri osservatori privilegiati nel mondo spietato e al contempo liricissimo della noble art italiana (e non solo). Il ritratto che ne vien fuori è da brividi tanto per l’appassionato, che può apprezzare l’accuratissima ricostruzione storica del periodo e tanti aneddoti consegnati alla storia e al mito, quanto per il neofita, che, sempre guidato per mano e in un tambureggiante susseguirsi di emozioni e grandi momenti introspettivi, viene condotto in una dimensione nella quale la ferinità, il sangue e la necessità di prevalere per sopravvivere, si incrociano con una sfera privata dei personaggi fatta di sentimenti purissimi, lealtà e tremenda paura. Il quadro di insieme che ne risulta è, per ricchezza di contenuti e audacia lirica, poco meno che impressionante: se infatti il fascino della boxe è da sempre sorgente inesauribile per storie forti e di grande impatto, è altresì vero che la scrittura di Delli Carri e la sua acribìa di esperto della materia, riescono a dare al racconto quel tocco in più che benedice il lavoro delle penne di razza. Tutto in quest’opera è ritmo e fascinazione, perfino le descrizioni degli allenamenti sostenuti da Gallego-Fragomeni e dalle sue “spalle”: la quotidianità del gym, infatti, viene catturata da un’urgenza descrittiva che nulla sottrae alla carica emotiva. E così le lunghe sessioni di guanti, corse in pista e figure davanti allo specchio, si trasformano in un’occasione per scavare all’interno di uomini veri, di uomini abituati a fronteggiare i propri demoni del presente e del passato con il piglio ma anche con tutta la complessa sensibilità e lo spirito puro dei veri guerrieri. Il pugilato come una sorta di religione, dunque, come esperienza epistemologica dell’esistenza e come rito purificatore. Il rumore dei pugni e l’odore forte di cuoio e sudore come riferimenti sensoriali per accedere ad un livello altrimenti imperscrutabile del day by day.
Su tutto, va da sé, lo straordinario ritratto del protagonista, creatura nata per lottare e soffrire, per esaltarsi, cadere a fondo e trovare il modo di risalire. Creatura della quale, sappiatelo, non potrete far altro che innamorarvi irrimediabilmente.
Per lettori professionisti e abituati ad incassare. “Il re della festa” è di certo un libro con il colpo da ko!